DEL SOGNO DI ENEA

“O nato da stirpe divina, che Troia salvasti portandola qui, serbando in eterno il nome di Pergamo, lungamente eri atteso dal suolo di Laurento e dai campi Latini. Non devi aver paura. La tua patria è qui, i tuoi Penati qui staranno sicuri.”
Con queste rassicuranti parole il dio del Tevere accoglie in sogno Enea, quando, fuggiasco e al termine del suo esilio, approda alla foce del fiume Numico, sulle coste Laziali.
Quella patria promessa si estende lungo il percorso che, dal litorale di Pratica Di Mare, punto dello sbarco, arriva sino ai laghi di Albano e Nemi e ai monti che li sovrastano, dove il figlio Ascanio avrebbe poi fondato Alba Longa.
Luoghi che un tempo furono votati agli Dei, teatri di arcaici rituali e cruente battaglie. Segnati poi in modo profondo dallo splendore dell’Impero Romano, dagli sfarzi nobiliari, dal forte legame con lo stato pontificio e dall’industrializzazione.
Ho seguito le orme dell’eroe, dalle spiagge in cui fece i primi passi fino ai colli Albani. Un viaggio a tratti surreale e misterioso, tra le tracce dei miti passati e i bizzarri segni del presente, alla ricerca “del sogno di Enea”.